La storia culturale di un luogo non si compone soltanto delle notizie che sono scritte negli annali, dei grandi eventi che hanno segnato un’epoca, ma di sogni, di fotografie, appunti su società sportive vecchie di sessant’anni e più, racconti appassionati di sportivi da una vita.
Quando siamo stati contattati, davanti a noi avevamo un gruppo di persone che volevano celebrare la pratica di uno sport che era per loro ragione di vita. Ciò di cui avevano bisogno era un team di ricercatori e ricercatrici, nonché di persone capaci di cucire i tessuti di un racconto che risultasse divulgativo e emozionante al tempo stesso.
Approcciando il lavoro per Teramo – Cento anni di Pallacanestro, è stato subito chiaro che il nostro lavoro avrebbe avuto diversi aspetti e che ci avrebbe appassionati fino all’ultimo canestro.
- Abbiamo lavorato a uno studio approfondito e puntuale di carattere storico/archivistico, consultando a fondo la documentazione dell’Archivio di Stato di Teramo, della Federazione Italiana della Pallacanestro e fondi privati. Ci siamo immersi nel mondo della carta stampata, scandagliando l’emeroteca della Biblioteca Provinciale. Abbiamo ascoltato e riascoltato testimonianze e racconti, facendo combaciare i tasselli di una storia lunga un secolo.
- L’approfondimento è stato il primo passo per tradurre poi tutte le informazioni in una narrazione entusiasmante e adatta al pubblico più vario: l’obiettivo era quello di organizzare e stendere l’apparato contenutistico e testuale della mostra che avrebbe preso vita di lì a poco. Tutto si è tradotto in venti pannelli esplicativi, ricchi di informazioni sullo sport del basket ma anche sulla storia della città di Teramo.
- La ricerca ha prodotto anche un libro di accompagnamento, distribuito in maniera gratuita, che approfondisce e esamina le tematiche della mostra, unendo le parti di indagine scientifica a testimonianze e ricordi. L’obiettivo era far emergere anche la storia culturale e sociale della città.
Il lavoro è stato realizzato con il contributo grafico di Piero Assenti e il contributo organizzativo di Mastergrafica.