La notizia è ormai vecchia di qualche giorno: un uomo travestito da donna disabile ha lanciato una torta alla panna contro la Gioconda. “Folle” abbiamo detto noi; “squilibrato” ha detto la stampa (https://www.corriere.it/esteri/22_maggio_29/uomo-ha-tirato-torta-contro-gioconda-louvre-9b35f574-df79-11ec-b6ed-e788b671e978.shtml). Niente di strano, solo un pazzo penserebbe di fare qualcosa che possa danneggiare una delle opere d’arte più importanti al mondo.
Danneggiare… Danneggiare. Treccani dice: nuocere a persone o cose recando danno. Guastare, deteriorare una cosa rendendola parzialmente o totalmente inservibile per gli usi a cui è destinata (https://www.treccani.it/vocabolario/danneggiare/). Ora, non è facile mettersi nei panni di uno squilibrato, ma se io avessi avuto l’intenzione di danneggiare un’opera del Louvre con una torta non ne avrei di certo scelta una protetta da un vetro (e che vetro). E se invece l’obiettivo fosse stato quello di danneggiare e far vedere, dal vivo, il gesto a più persone possibili… beh, sicuramente la stanza della Gioconda è una delle più frequentate ma, per lo stesso vetro di prima, avrei optato per un altro bersaglio. Non so, proprio di fronte alla Monna Lisa si trova “Le nozze di Cana” del Veronese, non proprio l’ultimo dei dipinti del Louvre per importanza.
Ma, allora, che cosa è successo quel giorno? Il gesto c’è e rimane. Probabilmente verrà anche ricordato (di sicuro dai giornalisti quando dovranno scrivere di una nuova notizia simile). Ma non si è trattato di un atto da squilibrati, questo è poco ma sicuro. Il protagonista di questa vicenda era conscio e consapevole.
Sulla scelta dell’opera? Niente da dire. La Gioconda è, da sempre, un simbolo di arte nel mondo. Tutti la conoscono e tutti vorrebbero ammirarla una volta nella vita. Un suo possibile deterioramento colpirebbe la sensibilità della maggior parte della popolazione mondiale. Ma basta un’analisi superficiale per cogliere l’inconsistenza di tale minaccia.
Una torta contro un vetro con lo scopo evidente di non danneggiare nulla (se non la visita dei presenti). Un’azione premeditata, dunque. Chissà quanti “sopralluoghi” ha fatto l’autore prima di capire come eludere la sicurezza e quanto ha investito in biglietti (che al Louvre sossoldi!). Studiata, preparata. E probabilmente anche provata dinanzi all’ specchio del bagno di casa. Poi, il gran giorno. Su il travestimento per entrare nel personaggio (una donna in sedia a rotelle). Il pubblico è presente… si va in scena.
Beh, miei cari, mi sembra proprio che qui siamo di fronte a una performance bella e buona. Nessuna pretesa artistica, pare, ma solo un messaggio (importante) da lanciare: salviamo la Terra dai cambiamenti climatici e dall’immobilismo delle istituzioni che dovrebbero occuparsene. Il gesto è da condannare? Non lo so. Ma non si è trattato né di vandalismo (di fatto nessun danno materiale è stato recato), né di una dimostrazione. All’uomo serviva solo un riflettore, un megafono per alzare il volume della propria voce e lo ha trovato ingegnandosi a modo suo. Avrà qualche impatto sulle politiche ambientali? Probabilmente no, ma almeno per qualche ora qualcuno ne ha parlato.